TEMI DI PSICODIALETTICA a cura del Centro internazionale di Psicodialettica
Fondatore e caposcuola:
Prof. Luciano Rossi
Responsabile della terapia:
Dott.ssa Lisa Marchetta |
Il pensiero |
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Il nostro proclama. Là dove ora c'è la compensazione degli opposti psichici vi sarà la loro congiunzione; e là dove c'è l'alternanza vi sarà la contemporaneità. Che cosa significano queste parole? Significano che consideriamo la compensazione e l'alternanza come le caratteristiche di una fase oppositiva che la Psicodialettica insegna ad abbandonare. Il processo. La congiunzione e la contemporaneità sono invece gli obiettivi sani che la Psicodialettica specificatamente persegue; per realizzarli è necessario attivare un processo simile a quello proposto da Jung, e fatto degli stessi quattro momenti: confessione, delucidazione, educazione, trasformazione. A queste operazioni se ne aggiunge, nella nostra visione, una quinta, ed ultima, che prende il nome di disidentificazione. Negazioni. La Psicodialettica tratta soprattutto di un particolare processo d’individuazione: quello che passa, per ognuno di noi, attraverso due negazioni: 1) la separazione come negazione della fase simbiotica e 2) la riconciliazione come negazione della separazione. Quest’ultima è una congiunzione degli opposti, dalla quale soltanto può scaturire l'unità (nella distinzione) fra Io e Non-io. I
momenti sacrificali. Una
prospettiva, questa, che avvicina la Psicodialettica: a) sia alla
psicologia analitica junghiana, nella sua fase alchemica, con i suoi
necessari momenti sacrificali; b) sia all'antropologia di Neumann per
l'aspetto del duplice sacrificio, del padre e della madre. Ma non è tutto. Alla fine del processo individuativo la Psicodialettica prevede un ulteriore sviluppo che si collega: c) alla visione di S. Montefoschi per il tema del sacrificio del figlio, d) alla psicologia orientale per quanto attiene alla dottrina della disidentificazione. Si tratta di un nuovo rovesciamento dialettico, terzo dopo le due negazioni; rovesciamento che è una presa di distanza dal Non-io resa possibile e naturale dalla distinzione interente alla sintesi. Nello stato d'individuazione, Io e Non-io costituiscono una particolare unità, caratterizzata dal fatto di essere in se stessa distinta. Il
superamento di fasi tipiche. Il
compito principale che ci si propone è quello di far evolvere le
relazioni tipiche che il soggetto presenta
nel suo percorso esistenziale. Come? Attraverso una scissione proiettiva si passa dalla simbiosi all'opposizione. Attraverso il ritiro delle proiezioni si passa invece dall'opposizione alla sintesi e alla conciliazione. Attraverso la disidentificazione si considerano con esercizio di equanimità continua i contenuti disidentici del Non-io. Per individuarsi, per raggiungere la propria completezza, l'Io deve prima dunque staccarsi dal Non-io, proiettandolo fuori di sé, e poi rappacificarsi con lui, reintegrandolo; infine deve conservare la distinzione da esso mantenendo nel tempo un'opportuna presa di distanza. Il contributo di Jung. Jung ci ha insegnato ad effettuare il secondo rovesciamento dialettico con la tecnica dell'immaginazione attiva e con la sintesi alchemica degli opposti. La
pratica della libertà. L'Io,
proprio appena terminato un aperto dialogo nuziale con un Non-io distinto
(seconda negazione), dovrà saper rinunciare all'illusoria permanenza di
molti contenuti del Non-Io per conquistare la libertà più alta: quella
che viene dal lasciar andare, con innocenza e semplicità, ogni pretesa
che le cose, e il Non-io, non siano come sono, ossia impermanenti. | ||
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