LA    VIA    DEI    QUINDICI    PASSI


Capitolo 4:    PSICODIALETTICA E SCIENZA





                    







Psicodialettica e scienza



La natura delle scienze umane

Le obiezioni al metodo


Nelle scienze naturali il metodo scientifico è generalmente accettato e di conseguenza in questo ambito si discute assai poco di metodologia. Il problema invece è attuale e dibattuto nelle scienze umane, alle quali la psicodialettica ritiene di appartenere.

Riguardo alla possibilità di usare nell'ambito di queste ultime il metodo delle scienze naturali sono state avanzate alcune obiezioni ormai classiche che attaccano di volta in volta momenti diversi del metodo. A queste cercheremo di dare risposte tendenti e mostrare la possibile unificazione metodologica, pur riconoscendo che nelle scienze umane le difficoltà sono più numerose e più grandi.

Prima obiezione: le leggi delle scienze umane seppur ve ne sono sono di natura statistica. L'obiezione è senz'altro giusta, ma anche le scienze naturali si trovano in queste condizioni. Basti a tale proposito rammentare certe conclusioni a cui si pervenuti in meccanica quantistica a proposito della misurazione di alcuni parametri del moto.

Non solo dunque non possono produrre leggi le scienze umane ma anche tutte le altre discipline si trovano in queste condizioni in quanto non possono descrivere esattamente la realtà.

A ciò si può rispondere semplicemente che la scienza moderna non ha questa ambizioni. Le sue leggi vogliono essere soltanto (la rinuncia è consapevole) enunciazioni di regolarità anche solo statistiche.

Seconda obiezione: Nelle scienze umane è impossibile generalizzare data l'unicità irripetibile dei fatti umani. Esse sono quindi ideografiche (nel senso che descrivono fatti particolari, unici) diversamente delle scienze della natura che sono nomotetiche (in condizioni cioè di poter formulare delle leggi).

A questo le scienze umane rispondono che un fatto, a rigore, è irripetibile se è diverso da ogni altro anche per una sola caratteristica, ossia se non è identico all'altro. Ma due fatti qualsiasi A e B sono sempre diversi; si differenzieranno sempre quantomeno per la posizione o per il tempo. Stando così le cose l'obiezione suddetta, spinta alle estreme conseguenze, farebbe cadere tutte le scienze insieme con le scienze umane.

Terza obiezione:Il metodo delle scienze naturali è inapplicabile a teorie come quelle umane costituite essenzialmente da concetti non osservativi bensì principalmente astratti che non hanno ancora ricevuto una rigorosa definizione operativa.

Questa è un'obiezione particolarmente seria in quanto, allo stato attuale, quasi nessuna teoria delle scienze umane è dotata di siffatti termini ha provveduto a interpretarli adeguatamente. Ma anche se dobbiamo accettare globalmente questa critica nei limiti, purtroppo ampi, in cui essa è valida ciò non intacca però minimamente la possibilità di uno sviluppo più sistematico e di una ricostruzione formale della teoria umana in modo da renderla implicitamente empiricamente controllabile.

Quarta obiezione: Posto che: a) è scientifica solo quella conoscenza che ha carattere pubblico e assoluto tale cioè da permettere ad ogni osservatore, in ogni tempo e in diverse condizioni di conseguire gli stessi risultati sperimentali; b) posto altresì che la raccolta dei dati nelle scienze umane (interviste, questionari, test, colloqui, eccetera) avviene in una situazione privata con notevoli e determinanti interrelazioni tra osservatore e osservato, quindi non può conseguire risultati sperimentali indipendenti dalla sua relazione con l'osservato, c) dobbiamo concludere che le cosiddette scienze umane non possono essere vere scienze.

Quanto afferma questa obiezione è senz'altro vero. La raccolta dei dati dell'osservatore-interprete effettivamente non è obiettiva, dipendendo le sue osservazioni dalla sua personalità, dai suoi conflitti, dalla sua visione del mondo. Un'altro osservatore farebbe senza dubbio nella stessa situazione osservazioni affatto diverse.

Quinta obiezione: La comprensione empatica è l'unico mezzo per la validazione delle ipotesi delle scienze umane. Tale comprensione è un atto immaginativo di natura psicologica che consiste nel mettersi al posto dell'oggetto.

Si accetta senza difficoltà l'obiezione che la comprensione empatica sia una tecnica feconda nel contesto della scoperta e coadiuvante nel contesto della validazione. Ciò che invece si contesta è che la comprensione empatica costituisca un mezzo indispensabile e unico per la validazione e quindi renda superfluo nelle scienze umane il metodo di validazione delle scienze naturali.

Sesta obiezione: L'azione sociale ha un significato che può essere validato solo con la comprensione e non con la osservazione.

Anche in questo caso crediamo che sia possibile usare nelle scienze umane il metodo osservativo. Tale significato non è un concetto osservativo; è un concetto teorico che deve essere interpretato prima di eseguire il controllo.

Settima obiezione:L'umano e il sociale implicano la necessità di una spiegazione olistica teleologica estranea al metodo delle scienze naturali. L'olismo sostiene la globalità di un sistema vivente o di una organizzazione sociale e la loro tensione verso un fine più o meno consapevole.

Non pensiamo affatto che i soli metodi fruttuosi per lo studio del comportamento umano o animale sono i metodi applicabili del pari al comportamento di soggetti meccanici, perché in quanto oggetto della ricerca scientifica gli uomini non differiscono dalle macchine. Pensiamo invece che vi sia un'analogia fra i fenomeni psichici e fisici viventi che il fenomeni fisici inerti.

Ci resta a questo punto, sulla base di quanto si è detto, il compito di stabilire quale sia la collocazione delle due classi di teorie comprese nella psicodialettica, vale a dire le tre principali teorie freudiane (Rapaport) e le quattro nobili verità del Buddha.


Nota
Rapaport sottolinea che se volessimo fare delle proposizioni di Freud un'unica teoria essa sarebbe priva di coerenza interna. Più corretto metodologicamente suddividere la sua opera in tre teorie principali (più tardi ne vennero isolate altre tre portantandole a sei in tutto).

Le tre teorie in se stesse coerenti ricevettero il nome dallo stesso Freud: strutturale, dinamica, energetica. Silvia Montefoschi propose, per rendere possibile un confronto, un'analoga suddivisione nell'opera di Jung. Noi abbiamo seguito e organizzato quel materiale in un nostro sistema metapsicologico che puoi trovare
QUI).