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Morfologia del mito e della fiaba
di Luciano Rossi
Morfologia significa qui intreccio narrativo,
trama del racconto. Ne parliamo proponendo un’analisi del mito che ricalca l’autorevole Morfologia della
fiaba di Vladimir Propp. È possibile fare questo accostamento in quanto fiaba e mito strutturalmente
si assomigliano.
In altre parole gli elementi del
mito e delle fiabe possiamo trovarli aggregati in strutture molto simili tanto
nelle pagine degli studiosi del mito quanto in quelle di Vladimir Propp. Tanto nelle pagine di Frobenius e Karenyi,
o di Neumann e Silvia Montefoschi, quanto in quelle di Propp, l’andamento ripetitivo delle vicende appare del tutto
simile. Questo andamento ha però delle scansioni che ritroviamo anche altrove, come per esempio nelle scansioni
alchemiche o hegeliane.
Propp sottolinea che nella fiaba
alcuni elementi tipici si susseguono quasi sempre in un certo ordine.
Poi ci sono le varianti, certamente. Ma una struttura di fondo costante si riesce pur sempre a coglierla.
E, come nella fiaba, così anche nel mito.
Quanti sono gli elementi principali
della Fiaba? Propp afferma che gli elementi simili in totale nella
favola di magia sono circa 150, mentre quelli stabili, costanti, onnipresenti in quasi tutte le fiabe sono 31.
Ed afferma categoricamente: “La successione degli elementi stabili è sempre identica”. In altre parole:
alcuni elementi ripetitivi sono sempre presenti e si susseguono sempre nello stesso ordine.
Questi elementi ripetitivi mantengono anche un certo ordine sequenziale. E sempre in cinque gruppi fondamentali.
Vediamo per esempio che gli elementi da 1 a 9 della "sequenza 31" Propp trattano tutti di "partenze".
Nella sua Morfologia Propp parla anche di Eroi. Forti di questo suggerimento
andiamo allora a verificare se è vero quanto affermato all’inizio, cioè se questa ripetizione tipica proposta
per la fiaba si presenta anche nelle avventure di alcuni eroi leggendari della mitologia.
Leggendo di Prometeo vediamo che
egli compie un’impresa eroica:
1. poiché agli uomini manca il fuoco, 2. egli parte per un’impresa rischiosa, 3. ruba il fuoco agli dei,
4. ritorna e 5. lo dona agli uomini che lo acclamano e lo riconoscono Eroe.
Un mito ancora
imperfetto, però, quello dei titani in quanto per Prometeo, Sisifo, Tantalo non ci saranno premi
come il regno o le nozze, ma una punizione degli dei. I cinque momenti però ci sono tutti, anche qui,
come abbiamo visto nella morfologia di Propp. Cinque momenti che potremo trovare anche nelle vicende di tanti uomini comuni
e addirittura nella storia del pensiero filosofico e religioso, tanto che ci possiamo chiedere se questa partitura
quinaria non sia archetipica.
Vediamo alcuni esempi:
la vicenda dell’emigrante, la vicenda biblica, la storia della filosofia,
il pensiero alchemico, il processo psicoanalitico.
Nella vicenda dell’emigrante
abbiamo uno stato di carenza iniziale, una partenza, un’avventura in un paese
lontano, un ritorno, un’abbondanza (talora) nel paese d’origine. È una storia di unione, separazione, nuova unione.
Se l’emigrante manca di risorse vitali,
Adamo all’inizio manca di conoscenza. La sua andata in terra
straniera consiste in una disobbedienza alle leggi del padre. La sua avventura inizia con una separazione
dal luogo d’origine. Il suo ritorno al Padre avviene grazie all’intervento di un Salvatore, che rende
possibile la riunificazione di Adamo col Padre. Anche qui abbiamo lo schema 1>2>1. I due, padre e figlio,
sono successivamente uniti, separati, riuniti.
Nella storia della filosofia
a vivere questo destino è invece la coppia certezza e verità. Unita
nella filosofia antica e medievale, separata da Cartesio a Kant, riunite di nuovo, sia pure in modo
mediato, nell’idealismo tedesco.
Nell’alchimia
invece a separarsi e riunirsi è la materia. Materia che, attraverso il processo quinario,
acquista un livello più elevato. Dal piombo all’oro nella metafora materiale, dalla confusione
alla distinzione nel corrispondente processo psichico.
È quel che vediamo
nella dialettica della psiche, dove, anziché avere come passaggi il solve e il
coagula, abbiamo una differenziazione e un’integrazione. Tutto questo ci ricorda indubbiamente
la Fenomenologia dello spirito hegeliana con le sue tre fasi di tesi, antitesi e sintesi e i due
movimenti della duplex negatio. La doppia negazione della separazione e del ricongiungimento.
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