TEMI DI PSICODIALETTICA a cura del Centro internazionale di Psicodialettica Caposcuola e fondatore: Prof. Luciano Rossi Responsabile del Centro: Dott.ssa Lisa Marchetta
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Jung, cap. 1 - Premesse |
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Jung,
cap. 1 - Premesse. di
Luciano Rossi è possibile esporre Jung con una chiara sinossi come tenteremo di fare noi in sei articoli (dal 14 al 19)? Quanto con questa operazione si perde in profondità e ricchezza? Sappiamo che Mario Trevi considera i tentativi di esporre sistematicamente Jung "un povero esercizio di silloge arbitraria" che tradisce quanto di vivo e di fruttuoso esiste nel testo di Jung. Si tratta per lui di piccole summe deludenti operate ai danni di un testo ricco di disiecta membra "positivamente contraddittorie". Trevi fa abitualmente esercizio critico sul portato junghiano e così facendo parla inevitabilmente solo a chi Jung già lo conosce, ma si può immaginare che lui pretenda che tale apprendimento preventivo ci sia stato a partire dal caotico testo junghiano e non da una sinossi, o compendio, o silloge. Eppure tanti, questo tentativo riassuntivo e sistematizzatore, lo hanno fatto e quando era in vita Jung lo ha apprezzato ed autorizzato. Ci riferiamo ai contributi, alcuni più completi, altri più settoriali, di Jolande Jacobi, Barbara Hannah, Aldo Carotenuto, Silvia Montefoschi, Romano Madera, Henri Ellenberger, Luigi Aversa, Andrew Samuels, Paolo Francesco Pieri col suo monumentale dizionario, Antony Storr, per citarne solo alcuni. Non si può certo pensare di rivolgersi a studenti di psicologia o di psichiatria o di psicoterapia e proporre loro l'opera omnia di Jung. Certamente il nostro compendio perde di profondità e ricchezza, certamente ha trascurato tanti argomenti (la sincronicità, i tipi psicologici, l'alchimia, la gnosi, gli esperimenti associativi) per concentrarsi principalmente sulle topiche, la dinamica, l'energetica, la dimensione mitica, l'individuazione, l'immaginazione attiva, la congiunzione degli opposti. Tenga però presente, il lettore, come si possa immaginare di esporre di più nelle sedici ore dedicate a Jung da una Scuola quadriennale di psicoterapia ad orientamento non junghiano. Prima di parlare di Jung è necessaria anche un'altra premessa, che precisi come il suo portato si limiti ad una pur ampia integrazione e ad alcune sostanziali modifiche alle teorie freudiana ed adleriana (dovuto al suo diverso tipo psicologico, la diversa esperienza lavorativa, la diversa cultura); non farlo potrebbe far apparire il suo apporto clinico e tecnico come sorprendente. In realtà Jung propone come suo contributo originale, e solo per pochi, e per lo più nella seconda metà della vita (ma su questi due limiti si può dissentire), un percorso "verticale", individuativo, trasformativo, da compiersi dopo un'analisi "orizzontale" catartica, interpretativa ed educativa finalizzata all'uniformità e all'adattamento. Per questo sentiamo l'obbligo d'avvisare il lettore che Jung non pretese mai di elaborare ex novo una teoria esaustiva, totalizzante, né pensò di dover stendere articoli sulla tecnica: la teoria e la tecnica freudiane, con alcune modifiche ed integrazioni, anche se assolutamente rilevanti, erano da lui ritenute soddisfacenti. Né scrisse qualcosa sulla rieducazione in quanto terreno già esplorato esaurientemente da Adler. La tecnica per lui doveva tener conto di Breuer (1), Freud (2) ed Adler (3) con poche modifiche e le sole notevoli e brillanti aggiunte dei suoi contributi come fase finale (4). Jung in qualche modo si pone come l'uomo del quarto e ultimo segmento di un processo completo: quello dell'individuazione. Jung è l'uomo della dialettica (sia dialogica platonica che fenomenologica hegeliana) in opposizione al dualismo e al monismo, l'uomo dell'individuazione e dell'unicità in opposizione all'adattamento ortopedico e all'uniformità, l'uomo dell'intersoggettività relazionale in opposizione al positivismo oggettivante. Un'ultima precisazione: non ci deve essere mutua esclusione fra individuazione e adattamento. Il soggetto individuato non è disadattato. Il processo d'individuazione non porta al disadattamento. Per Jung ogni individuo nella sua unicità risolve l'adattamento in modo peculiare.
Due possibili sistemazioni del materiale junghiano La
maggior parte delle esposizioni della psicologia junghiana (vedi Aversa,
Carotenuto, i vari biografi, ecc.) è strutturata, più o meno, nei
seguenti capitoli: i simboli, la trasformazione della libido, i miti, i
tipi, i complessi, gli archetipi, l'inconscio collettivo, il confronto con
l'inconscio, il processo d'individuazione, il sé, l'alchimia, la gnosi. A
- L'esposizione mitico-biografica. 1
- Esiste un altro livello d'osservazione della libido e dell'Edipo (ossia
dell'incesto), oltre a quello biologico, biografico e personale,
caratteristico di Freud; un livello tramite il quale si può comprendere
sia la totalità, sacralità e spiritualità della libido, sia la regalità
e la divinità dell'incesto. 2
- Questi elementi della libido e dell'incesto sono reperibili
nell'inconscio collettivo e nelle sue immagini, che possiamo rinvenire
ponendoci come coscienza di fronte a loro e con loro dialogando. 3
- A conclusione del dialogo dobbiamo integrare i frammenti inconsci che
reperiamo in questo confronto (ossia i contenuti d'Anima ed Ombra,
concetti di cui vedremo più avanti i significati) con i loro opposti che
stanno nella coscienza, come insegna l'alchimia. Questi
tre momenti si concretizzano in tre clusters: del mito, del confronto,
della coniunctio. 1) Cluster del mito che raccoglie i seguenti elementi: totalità della libido, mitologia e sacralità dell'incesto, simboli della trasformazione, amplificazione, archetipi, inconscio collettivo. 2) Cluster del confronto con l'inconscio che include: incontro di coscienza-figlio e inconscio-madre, anima mediatrice, immaginazione attiva, processo d'individuazione, funzione trascendente. 3) Cluster della coniunctio fra coscienza e inconscio, ossia cluster dell'incesto con gli elementi: alchimia, luogo della mediazione, il terzo simbolico, la congiunzione degli opposti, il rosarium philosophorum, la psicologia del transfert, mandala, il sé transpersonale. B
- L'esposizione metapsicologica junghiana. Essa include tre modelli: 1
- Nella topografia della psiche sono individuabili strutture, funzioni,
tipi (modello strutturale). 2
- Questi contenuti sono dotati d'energia non solo sessuale (modello
economico) 3
- Essi perciò possono vivere vicende conflittuali, ma sono componibili
simbolicamente (modello dinamico) B1
- La metapsicologia freudiana. Come abbiamo detto, lo scopo di una metapsicologia junghiana dovrebbe essere quello di una certa confrontabilità con la esposizione freudiana del 1915 e del 1921, che consta dei seguenti elementi: 1
- Prima e seconda topica (conscio, preconscio, inconscio personale; Es,
Io,
Super
Io) 2
- Il modello dinamico (il complesso d'Edipo, i meccanismi di difesa) 3
- Il modello economico (la libido sessuale)
Nota: a questa schematica premessa, poco più che un indice, fa seguito, in altre pagine del sito, una sommaria esposizione dei principali portati del pensiero junghiano. Li potete trovare dall'articolo 13 all'articolo 20 della sezione Articoli.
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